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Occhio allo sconto in vetrina

di Piero Orlando

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8 Agosto 2008

Si tiene d'occhio il prodotto, si aspetta la data di inizio ribassi e si acquista anche a meno della metà del prezzo originario. Un modo diffuso per risparmiare è comprare durante il periodo dei saldi, quando le opportunità di convenienza ci sono ma vanno selezionate per evitare occasioni fasulle. Mentre il resto dell'anno si può approfittare anche delle occasioni offerte da liquidazioni o promozioni, evitando in ogni caso le scelte di impulso e ricordando sempre che lo sconto non significa meno diritti per il consumatore.
Secondo una recente indagine di Confcommercio, i prodotti più ricercati nei saldi sono i capi di abbigliamento (scelti dal 95,5% dei consumatori) e le calzature (69,8%), seguiti dalla biancheria per la casa (56,9%), gli articoli sportivi (55,4%), gli accessori come guanti, sciarpe e cappelli (46%), la biancheria intima (44,9%), infine la pelletteria e gli articoli di valigeria (31,7%). In saldo, insomma, si può trovare un po' di tutto, in certi casi anche casalinghi o elettrodomestici, ma con alcune differenze tra le Regioni italiane.
Le vendite di fine stagione, infatti, come definito dal D.lgs 114/98, riguardano genericamente «i prodotti di carattere stagionale o di moda, suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo». La maggior parte delle Regioni (a cui è affidata la disciplina sulle modalità di svolgimento) non ha posto limitazioni specifiche alle tipologie di prodotti in saldo, ma alcune hanno definito con esattezza le categorie: «Ad esempio, il Lazio ha stabilito un elenco che esclude gli elettrodomestici – spiega Giuseppe Dell'Aquila, responsabile dell'ufficio legislativo della Confesercenti – mentre Calabria e Valle d'Aosta hanno inserito esplicitamente articoli di elettronica, sportivi e cesti natalizi invenduti dopo le feste invernali». Alle Regioni è affidata anche l'elaborazione dei calendari dei saldi, in inverno e in estate, che lungo la penisola presentano differenze per data di inizio e durata complessiva.
Secondo Confcommercio il 64% degli italiani approfitta dei saldi per acquistare un articolo su cui ha messo gli occhi da tempo. E quest'estate circa metà dei consumatori ha previsto di spendere al massimo 200 euro, il 26,9% tra 200 e 300 euro e l'11% oltre i 300. Il risparmio però è variabile: i ribassi si aggirano in maggioranza sul 30% del prezzo originario, ma sulle vetrine si notano spesso cartelli che indicano sconti fino al 50% e, in alcuni casi, si arriva addirittura all'80% che su una spesa di 200 euro significa un risparmio di ben 160 euro.
«Per le vendite di fine stagione non è previsto un massimo di sconto – spiega Fabiana Peruzzi del Movimento difesa del cittadino –, non si applicano le norme relative alle vendite sottocosto e l'esercente potrebbe essere libero di vendere i prodotti anche a prezzo inferiore a quello di acquisto. L'unico obbligo riguarda l'indicazione chiara e leggibile su ciascun cartellino, che deve riportare il prezzo originario, la percentuale di sconto applicata e il prezzo finale scontato».
Attenzione, però, agli specchietti per le allodole dei super-sconti: nel punto vendita bisogna verificare che sia effettivamente applicata la riduzione proposta nei messaggi pubblicitari. Ma anche che i prodotti in saldo siano realmente di fine stagione e non articoli di magazzino o di risulta tirati fuori per l'occasione (che invece devono essere separati). Un giro preventivo delle vetrine prima della data di inizio dei saldi può essere utile anche a scovare eventuali rialzi degli ultimi giorni per evidenziare sconti più alti. Negli esercizi che espongono la vetrofania dei circuiti bancomat e carta di credito, inoltre, queste forme di pagamento devono essere accettate.
Infatti, i diritti per il consumatore, dalla trasparenza nelle comunicazioni commerciali alla garanzia sui prodotti difettosi, valgono anche in occasione delle vendite straordinarie. Nei saldi, come nelle liquidazioni, modalità concesse ai commercianti per liberarsi in breve tempo delle merci in caso di cessazione o cessione attività, trasferimento, trasformazione o rinnovo dei locali. Oppure nelle vendite promozionali, ammesse tutto l'anno per la totalità o una parte dei prodotti, ma solo per una durata limitata e non immediatamente prima e contemporaneamente ai saldi.


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